"In risposta alla vs. 
			lettera del..." 
			 
			di Paolo Ventafridda dal 
			sito:Guida 
		galattica per autostoppisti 
			 
			Abbiamo ricevuto in ufficio tempo fa un libercolo contenente gli 
			indirizzi di operatori del settore. La pubblicazione ci è stata 
			inviata senza che ne avessimo fatta richiesta. 
			Allegati, bollettino postale per il pagamento di 60mila lire oppure 
			(bontà loro) la possibilità di visionare e restituire al mittente. 
			Oggi è arrivata una raccomandata in cui ci viene chiesto di pagare o 
			restituire. 
			 
			Ma la lettera è piena di strafalcioni, errori di grammatica, 
			ripetizioni. Fa ridere, non sembra nemmeno vera. Invece è verissima, 
			in quanto ho telefonato per accertarmene. 
			 
			Così ho preparato la seguente risposta, che ho cercato di rendere 'compatibilè 
			con frasi e grammatica dei nostri interlocutori. Buona lettura. 
			 
			Egregi Signori, 
			 
			vi scriviaMo per rispondere alla lettera che avete scrittoCi in data 
			13/2/1992. La pubblicazione l'abbiamo ricevuta ma però non l'avevamo 
			mica chiesta noi. L'elenco è molto bello e ci è piaciuto tanto anche 
			se poi ce lo avete chiesto di pagarne e non capiamo perchè ce 
			l'avete mandata se non lo avevamoVi richiesto ciò. 
			 
			Pertanto le inviamoVi accluso con la questa lettera una copia 
			dell'elenco telefonico del distretto di Milano, pregandoVene di 
			prenderLa visione e rispedirne entro 30 giorni se non è di vostro 
			gradimento altrimenti di pagarceLa se la volete tenere oppure no. 
			 
			L'elenco è bello lungo più di mille pagine scritte in piccolo e 
			pieno zeppo di nomi più del vostro che ci avete mandato. Però non la 
			vogliamo fare differenza tra i due elenchi di qui stiamo 
			discutendone; comunque, o anche. 
			 
			Tante belle distinte cose, 
			 
			la {nome società}
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			Lettera 
			ai genitori 
			 
			di Cristian Ambrosio dal 
			sito:Guida 
		galattica per autostoppisti 
			 
			Salve a tutti, oggi facendo il corso di Manager il mio professore 
			è venuto fuori con una letterina molto particolare che spero vi 
			piaccia: 
			Cari papà e mamma, 
			da quando sono partita per il collegio sono stata molto trascurata 
			nello scrivervi e mi dispiace della mia negligenza per non aver 
			scritto prima d'ora. Adesso voglio informarvi di tutto, ma prima di 
			leggere, per piacere mettetevi a sedere. Non leggete più avanti se 
			non siete seduti, d'accordo? 
			 
			Bene, allora, sto abbastanza bene oramai, la frattura del cranio con 
			commozione celebrale che mi sono fatta saltando dalla finestra del 
			dormitorio quando è andato a fuoco, poco dopo il mio arrivo, ora è 
			guarita discretamente. All'ospedale sono rimasta appena due 
			settimane e ora ci vedo quasi normalmente e ho solo mal di testa una 
			volta al giorno, per fortuna, al'incendio del dormitorio e al mio 
			salto dalla finestra, assistè un benzinaio che lavora qui accanto: è 
			stato lui a chiamare i pompieri e l'ambulanza. E' venuto anche a 
			trovarmi all'ospedale e siccome non avevo dove andare per via 
			dell'incendio, è stato tanto carino da invitarmi a dividere con lui 
			il suo appartamento. A dire la verità è una stanza nello scantinato, 
			ma è piuttosto graziosa. E' un gran bel ragazzo e ci siamo 
			innamorati alla follia e abbiamo intenzione di sposarci. Non abbiamo 
			ancora deciso il giorno adatto, ma sarà prima che si cominci a 
			vedere la mia gravidanza. 
			 
			Ebbene si, mamma e papà, sono incinta. Lo so che non vedete l'ora di 
			diventare nonni e sò che avrete per il bambino lo stesso affetto e 
			la stessa tenerezza che avete avuto per me quando ero piccola. 
			 
			La ragione del ritardo del nostro matrimonio è che il mio ragazzo ha 
			una piccola infezione che ci impedisce di fare gli esami del sangue 
			prematrimoniali; per disattenzione l'ha attaccata anche a me. Sa che 
			lo accoglierete in famiglia a braccia aperte. E' gentile e benchè 
			non sia tanto istruito, ha una grande ambizione. Anche se è di razza 
			e religione diversa dalle nostre, so che la tolleranza che avete 
			manifestato così spesso non permetterà di prendervela per questo. 
			 
			Ora che vi ho aggiornato, voglio dirvi che non c'e stato nessun 
			incendio, non ho avuto fratture del cranio o commozioni celebrali, 
			non sono stata all'ospedale, non sono incinta, non sono fidanzata, 
			non ho preso nessuna infezione e non ho nemmeno il ragazzo. Però, ho 
			avuto appena la sufficenza in storia e sono stata bocciata in 
			chimica, ma voglio che questi voti li vediate nella prospettiva 
			giusta. 
			 
			Con tanto affetto, vostra figlia... 
			
			UN'ERRORE DI INTERPRETAZIONE 
			dal sito:C.C. 
			tekne' 
			 
			Una famiglia inglese, in gita di piacere, visita una graziosa 
			casetta, di proprietà di un pastore protestante, che sembra 
			particolarmente indicata per le prossime vacanze estive. 
			Ritornati a casa, ricordano però di non aver visto i servizi ed 
			indirizzano al pastore la seguente lettera: " Egr. Sig. pastore, 
			siamo la famiglia che alcuni giorni fa ha stipulato il contratto 
			d’affitto per la casetta in campagna. Non avendo però visto il W.C., 
			voglia cortesemente illuminarci in proposito. Cordiali saluti." 
			 
			Ricevuta la lettera, il pastore equivocò sull’abbreviazione W.C., e 
			credendo che si trattasse della cappella anglicana, chiamata "WELLES 
			CHANGOLL", rispose in questo modo: "Gentile signore, ho molto 
			apprezzato la Sua richiesta ed ho il piacere d’informarla che il 
			luogo che le interessa si trova a circa 12 Km. dalla casa, il che è 
			molto scomodo, soprattutto per chi è abituato ad andarci con 
			frequenza. Chi ha l’abitudine di intrattenersi molto per la 
			funzione, è bene che si porti da mangiare, così può restare sul 
			luogo tutta la giornata. Il posto si può raggiungere a piedi, in 
			bicicletta e in macchina: è preferibile andare per tempo, per non 
			rimanere fuori e disturbare gli altri. Nel locale c’è posto per 
			trenta persone a sedere e cento in piedi. I bambini siedono vicino 
			agli adulti e tutti cantano in coro. All’entrata viene consegnato un 
			foglio e chi arriva in ritardo può servirsi del foglio del vicino. I 
			fogli devono essere utilizzati anche le volte successive, per almeno 
			un mese. Vi sono amplificatori per i suoni, affinchè si possano 
			sentire anche dall’esterno. Tutto quanto si raccoglie viene dato ai 
			poveri. Vi sono fotografi specializzati che prendono fotografie 
			nelle posizioni più disparate in modo che tutti possano vedere 
			queste persone in atto tanto umano. Distinti saluti. 
  
			
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			La lettera 
			 
			dal sito:Dalla 
			chat
			
			I.com ora: CLARENCE 
			( agg.2010 ...ora niente!) 
			 
			Carissima ----, Alla tua sorpresa di ricevere la mia lettera si è 
			contrapposto il mio puro divertimento nel leggere la tua e non mi 
			sono affatto stupito della pessima forma nell’esecuzione materiale 
			della stessa né della maleducazione da te tenuta nel rispondere dopo 
			esattamente 33 giorni (la tua lettera l’ho ricevuta il giorno 14 di 
			luglio). Ma andiamo con ordine. Speravo, come tu stessa mi dicesti, 
			che ti fosse più facile scrivere che esprimere gli stessi concetti a 
			voce, ma francamente non ho notato nessun miglioramento, anzi la tua 
			pochezza di logica e di cultura pare ti consenta solo di ripetere 
			delle frasi fatte nonché di appropriarti delle mie per esprimere dei 
			concetti e dei periodi - è questo il divertente - di pura fantasia. 
			Mi permetto, quindi, di esaminare, con estrema dovizia di 
			particolari, l’intera vicenda affinché tu possa capire come si 
			"ripercorrono i principali avvenimenti". Prima di iniziare la loro 
			disamina occorre dire che, accanto al divertimento mentre leggevo la 
			tua lettera, si insinuava in me un profondo sconforto perché a mano 
			a mano che andavo avanti mi accorgevo che stile, logica, concetti e 
			periodi a parte, il tono era quello di una ragazzina immatura e 
			arrogante che ancora non si rende conto che il 90% della colpa 
			ricade sulle sue reiterate azioni ed omissioni. Ma analizziamo i 
			fatti. Il primo fatto che mi si contesta, in ordine cronologico, è 
			quello relativo allo scorso luglio riguardo al compleanno della tua 
			mamma. I fatti si svolsero nel seguente modo: ero in compagnia di 
			----, la quale essendosi svegliata il sabato mattina ed avendo 
			viaggiato tutta la mattinata si sentiva piuttosto affaticata. 
			Ciononostante decidemmo di comune accordo di trascorrere insieme il 
			pomeriggio andando a spasso per il centro e facendo ritorno a casa 
			intorno alle 18.30, dopodiché ----, sentendosi comprensibilmente 
			ancor più stanca, decise di andare a riposare. Dopo circa un’ora 
			incominciai a sollecitarla, dicendole che altrimenti avremmo fatto 
			tardi. Tale azione - di sollecitazione - si protrasse per circa tre 
			volte dopodiché finalmente lei si decise ad alzarsi e vestirsi. È 
			chiaro, e questo è un fatto, che arrivammo in ritardo, causando un 
			visibile e comprensibile disappunto da parte tua e di tua madre. 
			Domanda: cosa potevo fare oltre quello che feci? Nulla. Ma 
			dispiacendomi molto dell’accaduto, in quanto in altre occasioni non 
			ho mai mancato nella puntualità, considerai urbano porgere le mie 
			scuse sia a te che alla tua mamma il lunedì successivo alla partenza 
			di ----. Scuse che peraltro furono accettate immediatamente e senza 
			alcuna possibilità di ridiscutere il fatto in futuro. In questo 
			specifico caso mi prendo non più del 10% della colpa. Secondo 
			episodio: lo "screzio di Capodanno". Conosci bene il mio carattere e 
			sai, quindi, come mi divertivo a prenderti in giro pur sapendo che 
			ti alteravi salvo poi rimettere tutto in ordine immediatamente dopo. 
			Questo comportamento l’ho tenuto da quando ci conosciamo e salvo 
			qualche battibecco, durato al massimo non più di 48 ore, tutto 
			torncva nella tranquillità. Ora, quel fatidico giorno operai nello 
			stesso modo. Eravamo nella tua cucina a tagliare il panettone ed io 
			mi divertivo a stuzzicarti dicendoti che non volevo più passare il 
			Capodanno con te e scegliendo Silvia come compagna. Ovviamente ciò 
			ti irritava e proprio lì stava il "gusto", ma non avrei mai pensato 
			che questa volta avresti tenuto un comportamento a dir poco 
			schizofrenico, dal momento che le centinaia di migliaia di volte che 
			ciò avveniva - non in riferimento solo a ---- ma in generale - non 
			davi mai segni così instabili di mente. Terzo ed ultimo episodio: il 
			film di Verdone. Giunti pacificamente in sala (strano ma vero!) e 
			prima che il film iniziasse ti rivolsi una banalissima domanda: dal 
			momento che pensavo avevi piacere di rivedere ---- ti chiesi se 
			l’avevi già contattata con la seguente domanda: "----, hai chiamato 
			la ----?". La tua risposta fu a dir poco paranoica: "----!, ma ti 
			pare che con tutto quello che ho da fare possa perdere tempo a 
			chiamare ----? Cosa pensi che io non abbia nulla da fare tutto il 
			giorno che telefonare a ----?". Il tutto condito con un tono ed un 
			volume di voce che francamente ritenevo e ritengo tuttora offensivo 
			ed inurbano. Ecco allora che, non sapendo più cosa dire piombai, non 
			tanto improvvisamente quanto volutamente, in uno stato di "afasia". 
			Penso sia normale che se mi rivolgo a te con tono pacato ed educato 
			e invece mi sento rispondere in cotale modo, possa scattare in me un 
			meccanismo di difesa concretantesi in un silenzio prolungato. Non 
			vedo dove possa annidarsi la mia colpa. Casomai è l’opposto. 
			Conoscendoti, però, ritenni per spirito di amicizia che, non solo 
			rispondere in quel modo fosse per te normale ma che anzi fossi io, 
			con il mio silenzio ovvero "afasia", ad essere il colpevole e quindi 
			decisi di telefonarti il lunedì successivo alle ore 12.45 ben 
			sapendo che, normalmente, a quell’ora aspetti solo di uscire. Non ti 
			chiesi però assolutamente di uscire con ---- perché appena alzato il 
			ricevitore ed udita la mia voce mi dicesti in modo molto sgarbato 
			che dovevi finire di tradurre una lettera. Il martedì successivo 
			riprovai alle 20.45: mi rispose tua madre dicendomi che eri andata a 
			cena con tuo padre. Il mercoledì successivo ti richiamai alle 9.30, 
			sempre in ufficio, e mi dicesti che eri ancora impegnata a tradurre 
			una lettera e quindi non potevi parlare con me, il tutto sempre in 
			modo molto sgarbato. A questo punto non vedo proprio dove possano 
			essere le mie colpe. Altra precisazione che non ha alcuna influenza 
			circa la "nostra questione" ma serve solo ad inficiare la tua 
			attendibilità come persona nonché a dimostrare ancora una volta e 
			con i fatti la labilità dei tuoi ricordi: la festa di ---- è stata 
			il 12 febbraio di sabato e non una settimana dopo la prima di 
			Verdone, come invece tu sostieni. Ancora, non vedo nulla di ridicolo 
			e banale nel non aver partecipato alla festa di ---- perché c’eri 
			anche tu dato che, in quel momento, la tua presenza mi infastidiva 
			in quanto, ricorda, non c’è niente di peggio che non rendersi conto 
			dei propri errori con l’aggravante di scaricare su altri le proprie 
			responsabilità e le proprie frustrazioni. La tua scarsa 
			coordinazione mentale si riscontra anche nell’inserimento nel testo 
			della lettera di periodi isolati come quello in cui si afferma che 
			"l’amicizia non si misura dal numero...". Non mi sembra di aver 
			fatto mai delle affermazioni del genere e francamente non ne capisco 
			l’inerenza. La "tolleranza reciproca": che bella parola!! Non solo: 
			trovandomi nella posizione di persona offesa, che quindi, secondo 
			logica, avrebbe avuto tutto il diritto di ricevere delle scuse, 
			decisi comunque di prendere l’iniziativa atta a ristabilire un 
			dialogo, ma noto che, nonostante il tempo trascorso, con ostinazione 
			cieca ed accanita, non muti affatto il tono ma anzi, sicura di avere 
			la ragione dalla tua parte, formuli analisi e accuse di stampo 
			provocatorio. L’inciso, a fine lettera, "ti invito a..." e il fatto 
			di "dimenticare il tuo numero di telefono..." o di quel "potremo 
			forse riparlare di amicizia" ritengo altro non siano che segnali 
			inequivocabili di chi sia convinto di essere nella ragione o 
			comunque in una posizione di pre-dominanza nei confronti di qualcun 
			altro - nella fattispecie io - . Per non parlare poi delle frasi 
			fatte. Mi limito a citare, sempre a fine lettera, quelle del tipo 
			"amicizia libera da vizi di forma e da altre estemporaneità". Cosa 
			vuol dire? Logicamente nulla. Ma, preso dal dubbio, ho sottoposto 
			l’intera lettera all’attenzione di una persona completamente 
			estranea alla vicenda, che mi ha confermato non solo lo stato 
			confusionario che ha riscontrato nell’esposizione e quindi nella 
			forma, ma anche e soprattutto nei contenuti. Forse, volendomi 
			emulare, hai cercato con le tue umili basi culturali, di accozzare 
			fra di loro dei termini, senza però un apprezzabile risultato logico 
			finale. Dopo questa crudele ma quanto mai necessaria requisitoria 
			giungo a formulare una mia ipotesi opinabile in quanto tale, sulla 
			tua persona. La tua instabilità mentale ha radici profonde, ma le 
			ripercussioni si sono manifestate solo nell’ultimo periodo. Mi 
			spiego con un elenco: · Prima la separazione dei tuoi genitori, che 
			lascia un segno indelebile in tutti coloro che la vivono, poi il 
			definitivo divorzio sono stati momenti che hanno inciso 
			profondamente sulla tua psiche. A ciò si aggiunga il fatto che sei 
			figlia unica e, come tutti i figli unici, non solo viziata ma anche 
			ostinatamente attaccata alla difesa delle proprie idee; situazione 
			aggravata dal fatto che sei uno Scorpione. Inoltre le continue 
			litigate fatte con la mamma certo non rendono il clima domestico dei 
			migliori. · Ancora, ha inciso l’aver frequentato sempre persone che 
			non potevano arricchirti culturalmente perché esse stesse prive di 
			ogni forma di cultura nonché con un quoziente di intelligenza 
			prossimo allo zero (----, ----, ----, ----, ----, ----...): sappiamo 
			tutti e due che ciò è dovuto ad una insicurezza divenuta a 25 anni 
			patologica con la conseguente volontà di gestire il "potere" nella 
			coppia per compensare l’assoluta dipendenza dai genitori nelle 
			situazioni normali. · Ci è noto anche che, se non fosse stato per 
			l’intraprendente papà, a quest’ora, con un diploma preso in un 
			istituto privato con votazione pari a 36/60 o giù di lì, il massimo 
			cui avresti potuto aspirare era forse quello di fare lo shampoo in 
			qualche negozietto della vicina Piazza Mazzini. Il tutto condito 
			dalla presenza in ufficio di persone che non potendo contare su 
			rapporti di filiazione devono continuamente lottare per affermare la 
			propria professionalità. · Infine "l’incidente" avvenuto con ----, 
			rispetto al quale hai sempre avuto il mio appoggio, con l’aggravante 
			di accorgerti di essere stata tradita da lui, ha seriamente inciso 
			sulla tua già traballante mente. Non bisogna fartene assolutamente 
			una colpa, ma certo è che qualunque essere umano sottoposto a tali 
			avvenimenti debba cedere, prima o poi, dal punto di vista 
			psicologico. Il problema risiede proprio in questo, cioè a dire 
			nella tua incapacità o forse non sufficiente lucidità mentale, anche 
			a distanza di oltre sei mesi, di comprendere come la tua psiche sia 
			cambiata e come, a causa di ciò e come conseguenza, tu abbia assunto 
			un comportamento autodifensivo estremo contro tutto e tutti. Ciò è 
			perfettamente normale, date le premesse, ma invece di "invitarmi a 
			fare un esame di coscienza" perché dopo aver letto questo papiro non 
			provi, con un po’ di umiltà a farlo tu? I toni da me utilizzati, 
			volutamente freddi e duri al limite dell’insulto, sono stati usati 
			per cercare si smuovere il tuo orgoglio (so bene quanto sia 
			difficile, ma ho voluto provarci lo stesso) e farti ragionare. È 
			vero, continuo a sostenere che quelle sulle quali stiamo discutendo 
			siano delle emerite "cazzate" ma il problema è che non riesco 
			proprio a vedere da parte tua una qualche azione, anche verbale, 
			riconciliatoria, ma solo ancora ferme prese di posizione, peraltro 
			totalmente o quasi (il famoso 10%) infondate e contestate dai fatti. 
			Mi aspettavo un comportamento più maturo e ragionevole da parte tua 
			ma forse ti ho sopravvalutata. 
			 
			 
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