Montecalvo Irpino    ottobre 2002

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Pagine personali - Menti dementi - LeTTERE

di - Francesco Cardinale

 
"In risposta alla vs. lettera del..."

di Paolo Ventafridda dal sito:Guida galattica per autostoppisti

Abbiamo ricevuto in ufficio tempo fa un libercolo contenente gli indirizzi di operatori del settore. La pubblicazione ci è stata inviata senza che ne avessimo fatta richiesta.
Allegati, bollettino postale per il pagamento di 60mila lire oppure (bontà loro) la possibilità di visionare e restituire al mittente. Oggi è arrivata una raccomandata in cui ci viene chiesto di pagare o restituire.

Ma la lettera è piena di strafalcioni, errori di grammatica, ripetizioni. Fa ridere, non sembra nemmeno vera. Invece è verissima, in quanto ho telefonato per accertarmene.

Così ho preparato la seguente risposta, che ho cercato di rendere 'compatibilè con frasi e grammatica dei nostri interlocutori. Buona lettura.

Egregi Signori,

vi scriviaMo per rispondere alla lettera che avete scrittoCi in data 13/2/1992. La pubblicazione l'abbiamo ricevuta ma però non l'avevamo mica chiesta noi. L'elenco è molto bello e ci è piaciuto tanto anche se poi ce lo avete chiesto di pagarne e non capiamo perchè ce l'avete mandata se non lo avevamoVi richiesto ciò.

Pertanto le inviamoVi accluso con la questa lettera una copia dell'elenco telefonico del distretto di Milano, pregandoVene di prenderLa visione e rispedirne entro 30 giorni se non è di vostro gradimento altrimenti di pagarceLa se la volete tenere oppure no.

L'elenco è bello lungo più di mille pagine scritte in piccolo e pieno zeppo di nomi più del vostro che ci avete mandato. Però non la vogliamo fare differenza tra i due elenchi di qui stiamo discutendone; comunque, o anche.

Tante belle distinte cose,

la {nome società}


Lettera ai genitori

di Cristian Ambrosio dal sito:Guida galattica per autostoppisti

Salve a tutti, oggi facendo il corso di Manager il mio professore
è venuto fuori con una letterina molto particolare che spero vi piaccia:
Cari papà e mamma,
da quando sono partita per il collegio sono stata molto trascurata nello scrivervi e mi dispiace della mia negligenza per non aver scritto prima d'ora. Adesso voglio informarvi di tutto, ma prima di leggere, per piacere mettetevi a sedere. Non leggete più avanti se non siete seduti, d'accordo?

Bene, allora, sto abbastanza bene oramai, la frattura del cranio con commozione celebrale che mi sono fatta saltando dalla finestra del dormitorio quando è andato a fuoco, poco dopo il mio arrivo, ora è guarita discretamente. All'ospedale sono rimasta appena due settimane e ora ci vedo quasi normalmente e ho solo mal di testa una volta al giorno, per fortuna, al'incendio del dormitorio e al mio salto dalla finestra, assistè un benzinaio che lavora qui accanto: è stato lui a chiamare i pompieri e l'ambulanza. E' venuto anche a trovarmi all'ospedale e siccome non avevo dove andare per via dell'incendio, è stato tanto carino da invitarmi a dividere con lui il suo appartamento. A dire la verità è una stanza nello scantinato, ma è piuttosto graziosa. E' un gran bel ragazzo e ci siamo innamorati alla follia e abbiamo intenzione di sposarci. Non abbiamo ancora deciso il giorno adatto, ma sarà prima che si cominci a vedere la mia gravidanza.

Ebbene si, mamma e papà, sono incinta. Lo so che non vedete l'ora di diventare nonni e sò che avrete per il bambino lo stesso affetto e la stessa tenerezza che avete avuto per me quando ero piccola.

La ragione del ritardo del nostro matrimonio è che il mio ragazzo ha una piccola infezione che ci impedisce di fare gli esami del sangue prematrimoniali; per disattenzione l'ha attaccata anche a me. Sa che lo accoglierete in famiglia a braccia aperte. E' gentile e benchè non sia tanto istruito, ha una grande ambizione. Anche se è di razza e religione diversa dalle nostre, so che la tolleranza che avete manifestato così spesso non permetterà di prendervela per questo.

Ora che vi ho aggiornato, voglio dirvi che non c'e stato nessun incendio, non ho avuto fratture del cranio o commozioni celebrali, non sono stata all'ospedale, non sono incinta, non sono fidanzata, non ho preso nessuna infezione e non ho nemmeno il ragazzo. Però, ho avuto appena la sufficenza in storia e sono stata bocciata in chimica, ma voglio che questi voti li vediate nella prospettiva giusta.

Con tanto affetto, vostra figlia...

UN'ERRORE DI INTERPRETAZIONE

dal sito:C.C. tekne'

Una famiglia inglese, in gita di piacere, visita una graziosa casetta, di proprietà di un pastore protestante, che sembra particolarmente indicata per le prossime vacanze estive.
Ritornati a casa, ricordano però di non aver visto i servizi ed indirizzano al pastore la seguente lettera: " Egr. Sig. pastore, siamo la famiglia che alcuni giorni fa ha stipulato il contratto d’affitto per la casetta in campagna. Non avendo però visto il W.C., voglia cortesemente illuminarci in proposito. Cordiali saluti."

Ricevuta la lettera, il pastore equivocò sull’abbreviazione W.C., e credendo che si trattasse della cappella anglicana, chiamata "WELLES CHANGOLL", rispose in questo modo: "Gentile signore, ho molto apprezzato la Sua richiesta ed ho il piacere d’informarla che il luogo che le interessa si trova a circa 12 Km. dalla casa, il che è molto scomodo, soprattutto per chi è abituato ad andarci con frequenza. Chi ha l’abitudine di intrattenersi molto per la funzione, è bene che si porti da mangiare, così può restare sul luogo tutta la giornata. Il posto si può raggiungere a piedi, in bicicletta e in macchina: è preferibile andare per tempo, per non rimanere fuori e disturbare gli altri. Nel locale c’è posto per trenta persone a sedere e cento in piedi. I bambini siedono vicino agli adulti e tutti cantano in coro. All’entrata viene consegnato un foglio e chi arriva in ritardo può servirsi del foglio del vicino. I fogli devono essere utilizzati anche le volte successive, per almeno un mese. Vi sono amplificatori per i suoni, affinchè si possano sentire anche dall’esterno. Tutto quanto si raccoglie viene dato ai poveri. Vi sono fotografi specializzati che prendono fotografie nelle posizioni più disparate in modo che tutti possano vedere queste persone in atto tanto umano. Distinti saluti.
 


La lettera

dal sito:
Dalla chat I.com ora: CLARENCE ( agg.2010 ...ora niente!)

Carissima ----, Alla tua sorpresa di ricevere la mia lettera si è contrapposto il mio puro divertimento nel leggere la tua e non mi sono affatto stupito della pessima forma nell’esecuzione materiale della stessa né della maleducazione da te tenuta nel rispondere dopo esattamente 33 giorni (la tua lettera l’ho ricevuta il giorno 14 di luglio). Ma andiamo con ordine. Speravo, come tu stessa mi dicesti, che ti fosse più facile scrivere che esprimere gli stessi concetti a voce, ma francamente non ho notato nessun miglioramento, anzi la tua pochezza di logica e di cultura pare ti consenta solo di ripetere delle frasi fatte nonché di appropriarti delle mie per esprimere dei concetti e dei periodi - è questo il divertente - di pura fantasia. Mi permetto, quindi, di esaminare, con estrema dovizia di particolari, l’intera vicenda affinché tu possa capire come si "ripercorrono i principali avvenimenti". Prima di iniziare la loro disamina occorre dire che, accanto al divertimento mentre leggevo la tua lettera, si insinuava in me un profondo sconforto perché a mano a mano che andavo avanti mi accorgevo che stile, logica, concetti e periodi a parte, il tono era quello di una ragazzina immatura e arrogante che ancora non si rende conto che il 90% della colpa ricade sulle sue reiterate azioni ed omissioni. Ma analizziamo i fatti. Il primo fatto che mi si contesta, in ordine cronologico, è quello relativo allo scorso luglio riguardo al compleanno della tua mamma. I fatti si svolsero nel seguente modo: ero in compagnia di ----, la quale essendosi svegliata il sabato mattina ed avendo viaggiato tutta la mattinata si sentiva piuttosto affaticata. Ciononostante decidemmo di comune accordo di trascorrere insieme il pomeriggio andando a spasso per il centro e facendo ritorno a casa intorno alle 18.30, dopodiché ----, sentendosi comprensibilmente ancor più stanca, decise di andare a riposare. Dopo circa un’ora incominciai a sollecitarla, dicendole che altrimenti avremmo fatto tardi. Tale azione - di sollecitazione - si protrasse per circa tre volte dopodiché finalmente lei si decise ad alzarsi e vestirsi. È chiaro, e questo è un fatto, che arrivammo in ritardo, causando un visibile e comprensibile disappunto da parte tua e di tua madre. Domanda: cosa potevo fare oltre quello che feci? Nulla. Ma dispiacendomi molto dell’accaduto, in quanto in altre occasioni non ho mai mancato nella puntualità, considerai urbano porgere le mie scuse sia a te che alla tua mamma il lunedì successivo alla partenza di ----. Scuse che peraltro furono accettate immediatamente e senza alcuna possibilità di ridiscutere il fatto in futuro. In questo specifico caso mi prendo non più del 10% della colpa. Secondo episodio: lo "screzio di Capodanno". Conosci bene il mio carattere e sai, quindi, come mi divertivo a prenderti in giro pur sapendo che ti alteravi salvo poi rimettere tutto in ordine immediatamente dopo. Questo comportamento l’ho tenuto da quando ci conosciamo e salvo qualche battibecco, durato al massimo non più di 48 ore, tutto torncva nella tranquillità. Ora, quel fatidico giorno operai nello stesso modo. Eravamo nella tua cucina a tagliare il panettone ed io mi divertivo a stuzzicarti dicendoti che non volevo più passare il Capodanno con te e scegliendo Silvia come compagna. Ovviamente ciò ti irritava e proprio lì stava il "gusto", ma non avrei mai pensato che questa volta avresti tenuto un comportamento a dir poco schizofrenico, dal momento che le centinaia di migliaia di volte che ciò avveniva - non in riferimento solo a ---- ma in generale - non davi mai segni così instabili di mente. Terzo ed ultimo episodio: il film di Verdone. Giunti pacificamente in sala (strano ma vero!) e prima che il film iniziasse ti rivolsi una banalissima domanda: dal momento che pensavo avevi piacere di rivedere ---- ti chiesi se l’avevi già contattata con la seguente domanda: "----, hai chiamato la ----?". La tua risposta fu a dir poco paranoica: "----!, ma ti pare che con tutto quello che ho da fare possa perdere tempo a chiamare ----? Cosa pensi che io non abbia nulla da fare tutto il giorno che telefonare a ----?". Il tutto condito con un tono ed un volume di voce che francamente ritenevo e ritengo tuttora offensivo ed inurbano. Ecco allora che, non sapendo più cosa dire piombai, non tanto improvvisamente quanto volutamente, in uno stato di "afasia". Penso sia normale che se mi rivolgo a te con tono pacato ed educato e invece mi sento rispondere in cotale modo, possa scattare in me un meccanismo di difesa concretantesi in un silenzio prolungato. Non vedo dove possa annidarsi la mia colpa. Casomai è l’opposto. Conoscendoti, però, ritenni per spirito di amicizia che, non solo rispondere in quel modo fosse per te normale ma che anzi fossi io, con il mio silenzio ovvero "afasia", ad essere il colpevole e quindi decisi di telefonarti il lunedì successivo alle ore 12.45 ben sapendo che, normalmente, a quell’ora aspetti solo di uscire. Non ti chiesi però assolutamente di uscire con ---- perché appena alzato il ricevitore ed udita la mia voce mi dicesti in modo molto sgarbato che dovevi finire di tradurre una lettera. Il martedì successivo riprovai alle 20.45: mi rispose tua madre dicendomi che eri andata a cena con tuo padre. Il mercoledì successivo ti richiamai alle 9.30, sempre in ufficio, e mi dicesti che eri ancora impegnata a tradurre una lettera e quindi non potevi parlare con me, il tutto sempre in modo molto sgarbato. A questo punto non vedo proprio dove possano essere le mie colpe. Altra precisazione che non ha alcuna influenza circa la "nostra questione" ma serve solo ad inficiare la tua attendibilità come persona nonché a dimostrare ancora una volta e con i fatti la labilità dei tuoi ricordi: la festa di ---- è stata il 12 febbraio di sabato e non una settimana dopo la prima di Verdone, come invece tu sostieni. Ancora, non vedo nulla di ridicolo e banale nel non aver partecipato alla festa di ---- perché c’eri anche tu dato che, in quel momento, la tua presenza mi infastidiva in quanto, ricorda, non c’è niente di peggio che non rendersi conto dei propri errori con l’aggravante di scaricare su altri le proprie responsabilità e le proprie frustrazioni. La tua scarsa coordinazione mentale si riscontra anche nell’inserimento nel testo della lettera di periodi isolati come quello in cui si afferma che "l’amicizia non si misura dal numero...". Non mi sembra di aver fatto mai delle affermazioni del genere e francamente non ne capisco l’inerenza. La "tolleranza reciproca": che bella parola!! Non solo: trovandomi nella posizione di persona offesa, che quindi, secondo logica, avrebbe avuto tutto il diritto di ricevere delle scuse, decisi comunque di prendere l’iniziativa atta a ristabilire un dialogo, ma noto che, nonostante il tempo trascorso, con ostinazione cieca ed accanita, non muti affatto il tono ma anzi, sicura di avere la ragione dalla tua parte, formuli analisi e accuse di stampo provocatorio. L’inciso, a fine lettera, "ti invito a..." e il fatto di "dimenticare il tuo numero di telefono..." o di quel "potremo forse riparlare di amicizia" ritengo altro non siano che segnali inequivocabili di chi sia convinto di essere nella ragione o comunque in una posizione di pre-dominanza nei confronti di qualcun altro - nella fattispecie io - . Per non parlare poi delle frasi fatte. Mi limito a citare, sempre a fine lettera, quelle del tipo "amicizia libera da vizi di forma e da altre estemporaneità". Cosa vuol dire? Logicamente nulla. Ma, preso dal dubbio, ho sottoposto l’intera lettera all’attenzione di una persona completamente estranea alla vicenda, che mi ha confermato non solo lo stato confusionario che ha riscontrato nell’esposizione e quindi nella forma, ma anche e soprattutto nei contenuti. Forse, volendomi emulare, hai cercato con le tue umili basi culturali, di accozzare fra di loro dei termini, senza però un apprezzabile risultato logico finale. Dopo questa crudele ma quanto mai necessaria requisitoria giungo a formulare una mia ipotesi opinabile in quanto tale, sulla tua persona. La tua instabilità mentale ha radici profonde, ma le ripercussioni si sono manifestate solo nell’ultimo periodo. Mi spiego con un elenco: · Prima la separazione dei tuoi genitori, che lascia un segno indelebile in tutti coloro che la vivono, poi il definitivo divorzio sono stati momenti che hanno inciso profondamente sulla tua psiche. A ciò si aggiunga il fatto che sei figlia unica e, come tutti i figli unici, non solo viziata ma anche ostinatamente attaccata alla difesa delle proprie idee; situazione aggravata dal fatto che sei uno Scorpione. Inoltre le continue litigate fatte con la mamma certo non rendono il clima domestico dei migliori. · Ancora, ha inciso l’aver frequentato sempre persone che non potevano arricchirti culturalmente perché esse stesse prive di ogni forma di cultura nonché con un quoziente di intelligenza prossimo allo zero (----, ----, ----, ----, ----, ----...): sappiamo tutti e due che ciò è dovuto ad una insicurezza divenuta a 25 anni patologica con la conseguente volontà di gestire il "potere" nella coppia per compensare l’assoluta dipendenza dai genitori nelle situazioni normali. · Ci è noto anche che, se non fosse stato per l’intraprendente papà, a quest’ora, con un diploma preso in un istituto privato con votazione pari a 36/60 o giù di lì, il massimo cui avresti potuto aspirare era forse quello di fare lo shampoo in qualche negozietto della vicina Piazza Mazzini. Il tutto condito dalla presenza in ufficio di persone che non potendo contare su rapporti di filiazione devono continuamente lottare per affermare la propria professionalità. · Infine "l’incidente" avvenuto con ----, rispetto al quale hai sempre avuto il mio appoggio, con l’aggravante di accorgerti di essere stata tradita da lui, ha seriamente inciso sulla tua già traballante mente. Non bisogna fartene assolutamente una colpa, ma certo è che qualunque essere umano sottoposto a tali avvenimenti debba cedere, prima o poi, dal punto di vista psicologico. Il problema risiede proprio in questo, cioè a dire nella tua incapacità o forse non sufficiente lucidità mentale, anche a distanza di oltre sei mesi, di comprendere come la tua psiche sia cambiata e come, a causa di ciò e come conseguenza, tu abbia assunto un comportamento autodifensivo estremo contro tutto e tutti. Ciò è perfettamente normale, date le premesse, ma invece di "invitarmi a fare un esame di coscienza" perché dopo aver letto questo papiro non provi, con un po’ di umiltà a farlo tu? I toni da me utilizzati, volutamente freddi e duri al limite dell’insulto, sono stati usati per cercare si smuovere il tuo orgoglio (so bene quanto sia difficile, ma ho voluto provarci lo stesso) e farti ragionare. È vero, continuo a sostenere che quelle sulle quali stiamo discutendo siano delle emerite "cazzate" ma il problema è che non riesco proprio a vedere da parte tua una qualche azione, anche verbale, riconciliatoria, ma solo ancora ferme prese di posizione, peraltro totalmente o quasi (il famoso 10%) infondate e contestate dai fatti. Mi aspettavo un comportamento più maturo e ragionevole da parte tua ma forse ti ho sopravvalutata.


 

 
   
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