Dalla via Dietro Carmine, che
costeggia il lato Est della Chiesa, si diramano le vie Sotto Carmine ed
Angelo Cammisa.
Tra i vari fregi e portali che arricchiscono la zona e degna di nota la
chiave di volta in Via Angelo Cammisa che rappresenta la Morte in una figura
scheletrica armata di falce.
Con ogni probabilità essa vuole essere l’agghiacciante testimonianza della
terribile peste del 1656. In quell’occasione il feudo di Corsano (oggi
tenimento di Montecalvo) fu interamente distrutto al punto che i pochi
superstiti si rifugiarono in Montecalvo fermandosi, prevalentemente, nella
zona detta del Trappeto ove si diedero a scavare nel tufo numerose grotte
che bene si prestavano alle loro esigenze (e probabile comunque che le nuove
caverne si aggiunsero ad altre preesistenti). Sfruttando le stesse come
retroabitazioni, essi diedero vita a quella particolare forma di edilizia
che ancora oggi, nonostante i recenti crolli, fanno del Trappeto una delle
zone più caratteristiche di Montecalvo.
Con il nome Trappeto si indica la zona delimitata da Corso Umberto a Nord,
da Chiassetto Caccese ad Est, da Via Trappeto a Sud e dalle vie Angelo
Cammisa e Sotto Carmine ad Ovest. Essa e costituita da Via Sottomonte, che
corre parallela a Corso Umberto, ma ad un dislivello di circa una decina di
metri e si chiude con le vie Sotto Carmine ed Angelo Cammisa ad Ovest.
Tutto il complesso del Trappeto e adagiato lungo il pendio sud della collina
e guarda gli anfratti della Costa e di Valle Paduli dai quali e separato dal
Fosso Palumbo.
Oltre agli sbocchi in Piazza Carmine ed in Chiassetto Caccese, da cui si ha
una splendida panoramica dell’intero complesso, il Trappeto e collegato
anche con Corso Umberto attraverso stretti passaggi coperti ed alcune
scalinate in pietra scalpellata.
In Chiassetto Caccese, incastonato sullo spigolo del palazzo Siniscalchi, e
collocato il leone in pietra dalla doppia pupilla in atto di sbranare un
essere umano, esempio di fattura altomedievale e nell’arte cristiana
classica rappresentazione del Bene e del Male. Dopo aver ammirato gli
innumerevoli fregi e portali che arricchiscono le strade ed i vicoli, la
passeggiata nel centro storico si puo concludere con la visita, in via
Lungara Fossi, degli imponenti ruderi dell’ospedale di S.Caterina.
Immagine: acquerello del
pittore Domenico Albanese |