Radio Ufita
festeggia i suoi primi 26 anni e lancia un appello per le piccole
emittenti.
È passato più
di un quarto di secolo da quel lontano 26 gennaio 1977, quando cominciò a
irradiare su di un vasto territorio dell'Irpinia e del Sannio la prima
radio privata della nostra provincia. Fu un'intuizione positiva dei
fratelli Santosuosso ed anche la scelta del nome fu appropriata: Radio
Ufita. Era il periodo in cui cominciava a decollare l'ex Iveco di
Grottaminarda e l'inizio delle trasmissioni fece scalpore. Si cominciò con
strutture tecniche artigianali. Di strada, da allora, Radio Ufita ne ha
fatta tanta. L'ha ricordato, in occasione dei festeggiamenti per il
ventiseiesimo "compleanno" l'attuale direttore responsabile e
proprietario, il collega Domenico Santosuosso. La radio montecalvese, che
trasmette sulle frequenze di 90,900 e 95,03 MHZ, è seguita in una vasta
area dell'Irpinia e del Sannio. Ha varie rubriche e molti estimatori.
Tanti validi professionisti montecalvesi, da giovani, hanno praticato
Radio Ufita e vi hanno validamente collaborato. Allo stato la conduzione
dell'azienda è a carattere familiare. Oltre al direttore Santosuosso vi
collaborano la moglie Marisa, che cura i notiziari, ed i figli Attilia e
Massimiliano, curatore dei servizi tecnici. Il collega Santosuosso dice
che l'azienda, così come strutturata, va a gonfie vele. Un'ombra, però,
aleggia sull'attività: "La mancata concessione governativa - dichiara -
interessa oltre trecento radio private locali- È pendente un ricorso al
Tar. La legge impone alle emittenti l'assunzione di due dipendenti e la
trasformazione da ditta individiuale a società di capitali o di persone".
Ciò penalizzerebbe tante piccole attività che sopravvivono grazie
all'impegno familiare. Radio Ufita svolge un’importante funzione
infomativa locale. Nelle campagne gli anziani, impossibilitati a muoversi,
ascoltano con interesse le notizie elaborate dalla bella e brava signora
Marisa. Perchè Radio Ufita, ci ha chiesto più d’uno, non riprende a
trasmettere, in diretta, i Consigli comunali, come faceva una volta?
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