Quando
si parla di cose preziose e di valore,di oggetti inestimabili,di rarità e
quant'altro,il pensiero corre automaticamente all'oro.
Non è casuale tale ovvia e scontata considerazione, specie quando il metallo
incorruttibile ha segnato tutte le fasi storiche ed esistenziali del nostro
essere uomini, in lotta con la natura ostile prima,e fedeli alleati oggi,per
garantirci un futuro e una evoluzione.
Migliaia di anni di evoluzione e di civiltà,hanno prodotto l'uomo che noi
conosciamo e temiamo,ma quel che non è cambiato quasi per niente,in questi
millenni e il rapporto con l'oro,sia sotto l'aspetto economico che sotto
l'aspetto ornamentale.
Quel che più stupisce e che anche la tecnica di lavorazione e rimasta
sostanzialmente identica,anzi ancor oggi,alcune tecniche rimangono
sconosciute e la perfezione di alcuni monili raggiungono vette ineguagliabili
.
La considerazione più ricorrente di una donna che visita un museo e che
osserva le vetrine destinate ai pezzi di oreficeria,e la bellezza
,l'attualità e modernità dei pezzi,con quella naturale propensione ad
averli,non per l'intrinseco valore artistico,ma come oggetto da ostentare e
indossare nelle occasioni importanti delta vita.
E' questo il senso logico che ha contraddistinto la creazione e l’evoluzione
della oreficeria nei secoli,la sua inutilità materiale,la esclusiva
destinazione all'incanto al desiderio,alla fantasia,alla bellezza della
ricchezza,mancando o difettando la bellezza naturale......
E' facile comprendere che in questi lunghi travagliati secoli,si è cercato di
trovare le più svariate e a volte fantastiche considerazioni sul valore di
quel tipo di oggetto o monile, sulla forma dello stesso,sul significato e
correlazione con gli avvenimenti della vita solo fine di ingannare se
stessi,giustificando cosi il possesso di un oggetto non indispensabile.
Ma la genialità femminile,vera arbitra dell'umano destino, dal Paradiso
terrestre ad oggi,poteva non trovare vezzo per configurare l'oro meglio se
lavorato,quale capitale e mezzo di investimento socio-familiare ?
Montecalvo paese di antichissima origine,situato lungo l'asse viario
più importante dell'antichità (Tratturo Pescasseroli -Candela) non
poteva non essere coinvolto in tale avventura. L'influenza Etrusca,la civiltà
Sannita e le influenze Greche,trovano un sano equilibrio,in queste montagne
della dorsale appenninica,naturale spartiacque tra due straordinarie culture:
Greca ed Orientale.
Quella che si sviluppo in queste zone fu una cultura aperta ai fatti della
vita e allo evolversi delle civiltà,una cultura Agro-Pastorale,transumante,e
perciò ricettiva di tutte le civiltà e di tutte le etnie,riuscendo a carpirne
le cose migliori,e con quella sagacia tipica dei montanari,abituati ai lunghi
silenzi,ai grandi spazi e alla solitudine,in una terra selvaggia dove la
forza non basta e dove l'intelligenza e la vera regina del vivere.
Gli scavi archeologici effettuati negli anni,nelle vaste necropoli di
Casalbore e Montecalvo,hanno portato alla luce gli oggetti più
strani,certamente importati,a significare come nel periodo preromano questa
zona avesse rapporti con tutto il mediterraneo,dimostrato dal ritrovamento di
oggetti egizi,cretesi,greci,etruschi,in tombe di epoca Sannitica e Osca.
Un dato inequivocabile traspare dalla ricerca archeologica,ed e la quasi
totale assenza della oreficeria medioevale e delta simbologia cristiana,se
non in qualche raro esempio di bene ecclesiastico,perdura invece la
tradizione della oreficeria antica,che si evolve e si arricchisce nel`600 di
influenze spagnole che importano miti,leggende e forme ornamentali di chiara
influenza precolombiana (Inca e Maja ).
L'oreficeria napoletana del 6 e 700 e scarsamente presente,se non in qualche
notevole pezzo di argenteria sacra,ma e coll'800 e con lo svilupparsi della
ricca borghesia che incominciano ad arrivare i gioielli napoletani e qualche
raro esempio di oreficeria papalina.
Il successo però, non è eclatante,forse per
l'utilizzo delle pietre preziose, non sempre apprezzate, e considerate sempre
di scarso valore,ma anche per una certa esilità dei manufatti,in aperta
controtendenza alla ostentata eccentricità del gioiello autoctono,bello
perché appariscente .
Questa straordinaria ed unica continuità di stile e produzione del gioiello
montecalvese e forse legata alla tipicità dello stesso, allo esclusivo se non
principale utilizzo del nobile metallo,al fatto che fosse considerato un
prodotto di nicchia,in senso negativo per il tempo,legato cioè ad una cultura
contadina e popolare e quindi di scarso pregio.
Questi fatti hanno conservato per secoli una cultura millenaria,che non si
riscontra in nessuna altra realtà del mondo occidentale e che trova
incredibili similitudini in etnie nomadi della mongolia centrale,in quella
tibetana,in etnie dell'asia minore e nella millenaria cultura orafa
afgana,specificando che la tradizione orafa araba si fonda sul colonialismo
delta civiltà turca ,avendo perso i legami con le proprie origini.
Il 1860 fu un anno veramente speciale per la nostra comunità,ci si stava
avviando alla globalizzazione,dopo secoli di dorata autoctonia.
Finivano d'incanto i confini valligiani (valle del Miscano) e si aprivano
nuove prospettive di sviluppo,la miseria divenne tale e ci si vergognava
delle proprie origini,cercando nel nuovo e nel progresso rampante la
risoluzione ai mali,che sono sempre gli stessi .
Se con i Borbone vigeva la saggia e costante volontà politica di una vita
napoletanizzata (un incredibile misto di saggezza e fatalismo),con il Nuovo
regno si appalesava una smania protagonista e interessata,più calvinista che
cattolica,incurante del giudizio divino e dedita alla conquista del Sud ,il
Far West italiano,la nuova frontiera,dove però i selvaggi,provenivano e
discendevano,a volte inconsapevolmente,dalla Magna Grecia,forse la Grecia più
autentica dell'originale ripetendosi quell'assurdo etnologico che le
tradizioni si conservano correttamente solo tra gli emigrati.
L'Unità d'Italia ufficializzò la nascita della Borghesia,che esisteva in
qualche modo da oltre un secolo,ma che si legava alla Santa Sede per quelle
necessarie coperture giuridiche e per quei naturali salvacondotti,garantiti
oggi dalla confindustria o dalla confartigianato.
La ufficializzazione della Borghesia ricca e spregiudicata,svincolata ormai
dalla sudditanza ecclesiale,comporto nuovi programmi e nuove forme di
sviluppo,l'oro perdeva il suo valore economico per diventare
finalmente,quello che era stato inutilmente nascosto per secoli,un bene
futile e un decoro alla vanità umana.
Poteva l'oreficeria montecalvese non essere al passo coi tempi ?
Furono realizzati alcuni tentativi ma stava sviluppandosi l'artigianato
napoletano che in pochi decenni avrebbe monopolizzato il mercato.
Inizia cosi il lento e inarrestabile declino della oreficeria montecalvese,soppiantata
dal gioiello alla moda,dai bagliori del novecento e dalla produzione
industriale.
Solo col Fascismo si ebbe un periodo di riscoperta delle tradizioni e della
ruralità, ed è proprio in questo periodo che la condizione della donna
ritorna al centro della economia domestica, ed economica della famiglia
rurale,recuperando i ruoli,gli oggetti,le tradizioni e le religiosità,troppo
frettolosamente accantonate.
Questo atteggiamento politico,ancorché economico sengo uno spartiacque
ineludibile tra il nord sempre più industrializzato e il SUD sempre più
agricolo,senza pero quella classe Borghese e Massara,capace di cavalcare il
nuovo mondo con la forza delle tradizioni.
Questa incapacità gestionale,abbinata ad un riproposto senso di inferiorità e
di inadeguatezza economica,ha comportato la neglezza della millenaria
cultura,facendo diventare quella che doveva essere una materia del vivere
quotidiano,una materia di studio su vere o presunte questioni meridionali.
Con la questione meridionale ci si introduce nel tunnel
dell'assistenzialismo,della depressione assurta a modello economico,della
indolenza a sistema di correlazione,ingenerando nel popolo la
necessità di crearsi stili di vita garantiti spesso dalla malavita
organizzata,forse l'unica cosa veramente organizzata.
Almeno ufficialmente ci si deve vergognare dei
propri desideri,non è opportuno ostentare le proprie ricchezze,non è bello
essere belli,non è importante essere colti,il libro non si mangia.
In questo strano periodo storico segnato dalla nascita del vero Medio evo
meridionale,assistiamo al riproporsi della struttura politica locale
piramidale,ad una economia rurale chiusa,che ci accompagnerà fino alla nascita
della Repubblica.
Con la Repubblica nasce la questione del Mezzogiorno e un altro inutile
carrozzone,chiamato appositamente Cassa per far capire a tutti,che si
sarebbero dati soldi favorendo cosi l'accattonaggio economico-politico,vero
male del meridione.
Il Sud diventa il cugino povero,sporco e malato,ma con famiglia
numerosa,sempre utile nei momenti di bisogno e quando c'è da lavorare,senza
nulla a pretendere.
Il lettore si starà chiedendo "che c'azzecca" tutto questo con l'oreficeria,e
invece no,per quella insana regola del contrappasso,da noi, il tutto ha un
senso solo quando e l'esatto contrario di qualcosa.
Ed è in questa logica che va letta la Breve storia dell'arte Orafa
Montecalvese,che segue e che cerca
sommariamente di presentare un patrimonio culturale unico e perciò
appartenente all'intera Umanità.
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