Quando si parla di
pacchiano,nel gergo corrente ,ci si rifà ad un modo di essere e di vestirsi
stravagante e appariscente privo cioè di quella classe e/o di quel decoroso
equilibrio che offende i canoni della bellezza estetica.
Non è certamente il nostro caso, il termine PACCHIANA, nella originaria
etimologia, si rifà ad una manifesta voglia di divertimento, di allegria, un
miscuglio di odori e sapori, di canti e tarantelle che facevano pensare alla
Pacchia.
Il costume montecalvese "La Pacchiana" ;non può considerarsi nemmeno tale per
il semplice fatto che viene indossato, ancor oggi, da molte donne anziane
fatto questo che lo rende un reperto vivente storico, culturale,
antropologico in continua evoluzione.
Descrizione del vestito-costume
Intimo
Mutandoni ampi lunghi fino al ginocchio, arricchiti di merletti(puntine)
di varie forme, spessori e colori, che si intravedevano nei momenti più o
meno naturali del corpo e che si manifestavano durante i balli sfrenati del
tempo-tarantelle... Particolarità dei mutandoni è che prevedevano uno spacco
nel mezzo per consentire il rapido e riservato esercizio degli elementari
bisogni corporali..
L 'effetto, sicuramente sexy, veniva accentuato dalla presenza di
Calzettoni di lana spessa, di colore nero, fermati a mezza coscia con
nastri e reggi calze a molla.
I calzettoni venivano realizzati con una tecnica particolare, con 3 o 4 ferri
di acciaio, che consentivano la realizzazione delle calze, quasi su misura,
della fanciulla o signora che fosse, conservando quella tenuta e aderenza,
necessaria nei tanti momenti della vita. (continua)
La camicia e il sottanino erano la biancheria intima, la cui
funzionalità e rimarcata dalla parola, la particolarità era dovuta alla
tramatura del tessuto che significava la condizione sociale della donna, ma
sempre con una finezza, grazia e sapiente utilizzo dei materiali.
Le Scarpe venivano realizzate in cuoio e pelle dagli abilissimi
artigiani montecalvesi (scarpari) il cui altissimo numero oltre 100, per
tutto il decorso secolo,rappresentarono una formidabile realtà economica per
il paese.
Le scarpe di Montecalvo, realizzate su misura, conobbero un successo
territoriale grandissimo, alcuni scarpai meritarono l'appellativo di maestri
(masti) per la perfezione e la bellezza delle loro creazioni.
L abito vero e proprio era cost composto:
Gonna in lana castorino di colore nero, con applicazioni in cotone e/ o filo
bianco, solo sotto la parte inferiore, quella cioè non coperta dal vantesino.
Vantesino: parola di chiara derivazione latina (ante- sinum) a
significare la particolare destinazione del manufatto.
Realizzato in panno di lana di colore verde erba, con ricami,
applicazioni (varianti in stoffa anche di colore nero, di seta in bianco con
ricami a rilievo e perline nel vestito da sposa).
Corpetto: avente la chiara funzione strategica di sorreggere il seno
anche alle poco dotate, era realizzato in panno a strati e con accorgimenti
nei bordi a mo di antiurto, con la funzione di tenere ben coperta la parte
posteriore della cassa toracica, particolarmente vulnerabile nelle donne.
Particolarità del corpetto (buttunera) e la presenza di una
doppia fila di bottoni di argento di forma discoide, aventi la funzione di
mettere in risalto la condizione della donna maritata.
La Cammisola, camicia importante con pizzi agli orli di color senape e
con evidenti ricami a punto croce e/o spugnetta con le iniziali della ragazza
e/o della famiglia.
Copricapi:
Tovaglia: copricapo in lino grezzo, che come dice
la parola aveva una funzionalità che andava oltre il semplice copricapo,
infatti la grandezza, la forma rettangolare e il tipo di tessuto facevano si
che il copricapo, alla bisogna poteva diventare un giaciglio, una tovaglia da
cucina o un necessaire per i fanciulli.
Pannuccia: copricapo in lino fine per le grandi occasioni, con
ricami a punto croce e frangiatura a cascata sulle spalle.
Maccaturo: copricapo in lana di color carne (nero in caso di lutto)
che cade sul laterale delle guance, ricco di frange annodate, sovrastato da
ricami a bassorilievo in spugna, con motivi floreali.
Il costume da pacchiana aveva numerose varianti, dovute alla condizione della
donna e infatti si ha un costume da bambina, da giovinetta, da donna
promessa, da donna sposata, da vedova (tutto in nero).
Discorso a parte merita il Vestito da Sposa , che non prevede alcun
copricapo, ma uno scialle in seta con fronzoli, il vestito tutto in bianco,
conserva la gonna nera e un vantesino bianco ricco di ricami a bassorilievo
con l'apposizione di perline anche vitree di vario colore. |