Il nome
MALVIZZA è un termine composto, analizzabile come male e vizza, che del
resto corrisponde integralmente all’espressione dialettale locale. Si
tratta di due aggettivi (riferiti ovviamente al sostantivo sottinteso
“terra”) , il primo dei quali è da riferire all’aggettivo latino “maleficus”;
e il secondo all’aggettivo di grado comparativo, sempre latino, “vietius”,
il quale, nel grado positivo, fa “vietus”, che significa “ripiegato su se
stesso, vizzo, troppo maturo, rinsecchito”. E che applicato ad un terreno
in senso figurato poteva esprimere il senso “esaurito, che non dà più
frutto”; e applicato ad una donna o ad un animale femmina poteva
significare anche “sterile, non in grado di fare più figli”..
Da queste premesse derivo l’ipotesi: “MALVIZZA”> “terra malefica che non
dà frutto”.
Ma la Malvizza nel suo insieme non è una terra poco fertile, dunque?
Bisogna allora pensare che questo nome sia dovuto alla presenza da quelle
parti della manifestazione di vulcanesimo minore chiamato localmente Le
Bolle, dove la terra è sterile. Il termine, sia pure specifico di una
parte tutto sommata molto limitata come spazio, dà nome all’intera
contrada per “sineddoche “, un traslato di senso che spesso agisce in
toponomastica, per cui la parte dà nome al tutto di cui fa parte, se
questa per un suo senso “notevole e predominante” qualifica quel tutto di
cui è, in un certo modo, il cuore.
Per scrupolo, aggiungo che alcuni localmente credono che il nome della
contrada derivi dal nome di un uccello che viene cacciato nella zona. Si
tratterebbe del malivizzu. Sembra evidente che sia invece l’uccello ad
aver ricevuto l’appellativo dalla zona dove passa, non so se per
migrazione, e non viceversa.
Tornando a “maleficus”, “che fa male, che è dannoso”, usato nel nostro
caso al femminile e con connotazione anche morale e religiosa, è molto
probabile che l’aggettivo richiami l’idea dell’infernale, dell’arcano,
ecc. da sempre associata nelle leggende cristiane e nel folclore, in
genere, alle nostre Bolle.”
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