Lo strano destino del cinema Pappano e l'antica
macelleria della signora Bellaroba
Un difficile esercizio
raccontare l'Irpinia stando in Irpinia.Un esercizio che è una forma di
amore e a cui la tua terra risponde mobilitando il galateo del rancore. In
genere si raccontano i propri luoghi stando lontani, al riparo dalle
abitudini più corrosive. So che restando qui non riceverò alcun tipo di
gratificazione per quello che faccio. Scrivo quello che scrivo solo perché
me ne viene una certa contentezza e perché mi sembra utile lasciare
qualche piccolissima testimonianza della transizione che stanno
vivendo i nostri paesi. Non pretendo che le mie parole sappiano descrivere
e definire quello che accade nei luoghi. Il mio è un resoconto
parzialissimo. La vita di un paese è un film che dura migliaia di anni ed
io capisco quello che si può capire entrando in sala per poche ore. Mi
pare che il film stia offrendo fotogrammi importanti in cui la storia muta
rapidamente. Più che una descrizione a volte mi rendo conto di svolgere
l'autopsia del paesaggio. Forse scambio la parte per il tutto e la necrosi
che vedo in giro è solo uno dei tanti fili in cui ogni giorno si
aggroviglia il mistero di tutto ciò che appare. In ogni caso la mia
descrizione non muta nulla. Quello che conta è ciò che la gente fa in
questi paesi ogni giorno. Sono loro gli attori e gli spettatori del
film. Io sono un intruso, uno che passa e dà un'occhiata senza entrare
nella trama.
* * *
Oggi è una di quelle
giornate che sembra voler ridare tutta la luce sottratta a lungo. La
strada per Montecalvo è stretta e piena di curve. Paesaggio fatto di
colline accidentate. E' un vero piacere quando dopo una curva compare
improvvisa la valle del Miscano e una distesa di paesaggio levigato ai
confini con la Daunia e il Sannio.
* * * Montecalvo è uno di quei
paesi che cominciano un poco alla volta. Molte case costruite
lungo la strada. Uno sportello con la scritta "ricambi autovetture"
piantato nel terreno. * * *
Sto cercando un posto
per mangiare il mio panino. Arrivo nella parte più alta del paese, nei
pressi del castello. Mi siedo su una panchina, di fronte al sole. Una
donna anziana in una centoventisei blu adempie solitaria il rito della
controra. Arriva un uomo. Abbassa il sedile della sua Uno bianca e si
distende. Un anziano con scarpe da ginnastica mi saluta con un cauto
movimento delle labbra. * * *
Casa diroccata con una
scritta sopra: San Felice proteggi Montecalvo. A fianco una casupola con
un bel portale che arriva quasi al tetto. Di fronte una palazzina alta e
sgraziata, coi balconi storti, tipico esempio dei deliri architettonici
con cui si pensava di dare inizio alla modernizzazione dei paesi.
* * *
Parlo un po' con due
anziani sul belvedere della piazza. Sotto di noi la parte più vecchia del
paese, abbandonata dopo il terremoto del sessantadue. Gli uomini
recriminano su tutti quelli che hanno amministrato il paese.
* * *
Mi dirigo verso il
castello. Incontro un altro signore anziano con scarpe da ginnastica.
Chiedo notizie del castello a una donna che prende il sole davanti a una
casetta prefabbricata Simpaticamente la donna mi dice che il castello ora
appartiene alle belle alpi. Spero che a nessuno suoni offensivo il
riportare la simpatica deformazione di una sigla che da queste parti non
ha fatto molto per farsi apprezzare.
* * *
Sui ruderi del castello ci
sono alcune antenne di una radio locale. Davanti al castello c'è un
prefabbricato. Segnali inequivocabili che questo luogo è stato lungamente
trascurato. Adesso ci sono i ponteggi per restaurare l'antico maniero da
cui si gode la vista di un magnifico panorama.
* * *
Riprendo la macchina e rifaccio
lentamente il cammino verso la parte nuova del paese. Questo posto non
m'invoglia a camminare a piedi. In piazza S. Pompilio c'è un bel palazzo.
Subito dopo compare il brutto edificio del comune. In questo paese le cose
richiedono aggettivi semplici e antitetici. Il bello e il brutto si
squadernano davanti senza zone neutre. Finisci di ammirare un bel portale
ed ecco un'orrenda ed enorme costruzione non ultimata: dovrebbe ospitare
gli uffici comunali. Più avanti c'e il bel palazzo Caccese, è adibito a
deposito di un negozio di agrotecnica ad esso adiacente. Sono le quattro
del pomeriggio, più avanti ancora c'è la strada per Casalbore.
* * *
Paese nuovo, dall'aria tutt'altro che povera.
Mi colpiscono i negozi con vetrine che non ammiccano a niente. Mi colpisce
la torre normanna, mi impone dl scendere dalla macchina. Sotto la torre c'e
una porta da cui si accede in una bella piazza circolare: sicuramente uno
dei luoghi più suggestivi della nostra provincia. Dentro la piazza c'e
l'insegna di un club di Forza Italia e poi un'altra porta che porta fuori
dal cerchio vuoto della piazza.
Cerco una cartolina in un negozio che presenta
un insolito accoppiamento merceologico: cartoleria e calzature. Il negozio
è ancora chiuso. Un frate mi accompagna a vedere la grotta di San Michele
che pure è chiusa. * * *
Davanti al comune c'è una elaboratissima
statua di Padre Pio che comincia con un masso, poi al posto dei
piedi ci sta la chiesa che ha fatto a S. Giovarmi. In testa alla
statua c'è una copertura a forma di ombrello.
* * *
Vicino al bar ci sono due trentenni che hanno
l'aria di play boy disoccupati. Da loro ricevo conferma di una cosa che
sospettavo: nelle feste estive il grande spiazzo con annesso anfiteatro
costruito davanti al Municipio è più usato della piazza antica con la
bellissima torre.
* * *
Torno a Montecalvo. Metto il muso della
macchina sotto un altro magnifico portale. Sono nel centro del paese. C'è
una discreta animazione. Parlo un poco con la gente che sosta davanti al
bar. Ragionamenti piuttosto saggi, venati da un'amarezza non greve. Il
succo mi pare un po' questo: abbiamo avuto due terremoti, si potevano fare
tante cose, ma siamo nel meridione e se le cose non andassero come vanno
non sarebbe il meridione con la sua storica arretratezza. Qualcuno
dovrebbe spiegare a questa gente che con l'allargamento della Comunità
europea le regioni considerate arretrate saranno altre. E a questo bisogna
aggiungere che il federalismo avviato da Bossi produrrà un forte riduzione
dei fondi per le regioni del sud. Questa micidiale congiunzione farà
sentire i suoi effetti sulla qualità della vita nelle nostre zone gia a
partire dai prossimi anni. La situazione sarà drammatica se non riusciremo
a sfruttare bene le risorse disponibili da qui al 2006.
* * *
A Montecalvo c'e anche un cinema. Stasera
danno Harry Potter, spettacolo unico con inizio alle 16.30. Sono le cinque
e mezza e non c'è nessuno. Il proprietario mi accompagna per farmi vedere
la bella sala e la galleria. Lui fa questo mestiere da quarant'anni e ha
tutta l'aria di non volersi arrendere. Si lamenta dei professionisti,
perché sono i principali disertori di questa strana avventura di tenere
aperto un cinema in un piccolo paese.
* * *
Vicino al cinema c'è una fornitissima
videoteca. Il proprietario non si lamenta di niente e ci tiene a farmi
sapere che dispongono di diecimila titoli, tutti rigorosamente originali.
* * *
Dopo la videoteca entro nella macelleria
Bellaroba e la signora mi dice che questo è proprio il loro cognome.
Faccio un breve ingresso anche nel bar che annuncia nell'insegna di
disporre di sala giochi e pay tv.
* * *
Ormai da tempo è calato il buio e non c'è modo
di ammirare la pineta del paese il presepe perenne situato
nell'Oasi Maria Immacolata. Leggo su una brochure che la struttura dei
Frati Minori è dotata di 180 posti letto ed accoglie persone provenienti
da ogni e dove. Forse anche per questo a Montecalvo non ho difficoltà a
reperire cartoline e prima di lasciare il paese vedo un bar
elegantissimo. Anche chi viene qui in ritiro spirituale vorrà comunque
consumare un cappuccino. * * *
Sulla via del ritorno mi fermo sulla via
Cardito di Ariano, un posto che somiglia a Torrette di Mercogliano,
traffico e negozi. Entro in un supermercato affollatissimo e ripenso
al signor Leonardo Pappano che forse sta ancora aspettando qualche
spettatore nel suo cinema. Forse tra quelli che qui fanno la spesa ci
sarà pure qualcuno di Montecalvo. Un paese piccolo vicino ad un
paese più grande quasi sempre è destinato a dare più che ad avere. Nella
società di mercato sono un mercato anche i paesi e vince chi ha le
mercanzie più ambite. Ad Ariano si trovano occhiali da sole e pantaloni e
telefonini, tutto delle migliori marche, come nelle migliori città. Merci
assai più richieste del buon pane di Montecalvo. |