In
questi giorni di intenso freddo e di copiose piogge,si riaffaccia il solito
problema delle frane e degli smottamenti,che oltre ad arrecare disagi alla
popolazione,sono causa di innumerevoli costi alla intera collettività.
Quel che è evidente a tutti è il totale abbandono in cui versa l’intero
territorio,senza cioè quel sano controllo,unico preventivo rimedio ai danni
della natura e dell’uomo.
In questi giorni di frenetica attività istituzionale,solo perché si andrà a
votare per il rinnovo del massimo organismo territoriale,si riaffacciano le
problematiche del meridione,i ritardi nello sviluppo,la disoccupazione,le
zone interne e quant’altro possa servire a mortificare il cittadino,che alla
fin fine si sente l’unico responsabile e perciò costretto col suo voto a
rimediare ai danni arrecati alla propria terra.
Lasciamo perdere!
Mi piace ricordare un aforisma,ascoltato alcuni anni fa in una tribuna
elettorale e che val la pena ricordare:
“……….non è un caso che per il vostro partito sia stato il primo a chiamare il
sud Italia,il nostro Mezzogiorno,perché è a mezzogiorno che si mangia e si
beve alla faccia…….”
Se il lettore pone mente ai programmi delle precedenti elezioni,non troverà
nulla di nuovo,quel che è cambiato è qualche simbolo e forse qualche
slogan,in più dovremo sorbirci i faccioni sorridenti e ammiccanti di
personaggi equivoci e altalenanti tra schieramenti mai definiti e mai
completati,rubando lo spazio a qualche cartellone pubblicitario di qualche
ragazza prorompente,che ci ricorda la bellezza della vita e che ci aiuta a
vivere con quel giusto equilibrio di sapori all’agrodolce.
Perché questo scritto?
Per verità storica e per sano amore della mia Terra.
Nei convegni che proliferano sul territorio e che discutono del tutto e forse
anche di qualche cosa concreta(sarebbe il caso di disciplinarne l’uso come si
fa con i crediti scolastici) ho ascoltato alcune eresie e concettualismi,frutto
di scopiazzature mentali,in riferimento alla causa effettiva del degrado
paesistico-ambientale,e quindi del territorio.
Qualche eminente esperto e ricercatore,rimandava ad una precisa
responsabilità pre-unitaria,la causa del degrado ambientale e dei tanti
movimenti franosi,specie in Irpinia dopo l’impauperimento boschivo dovuto al
taglio di intere foreste,per assecondare un non ben specificato interesse
economico dei Borboni.
Niente di più falso !
In appendice a questo saggino,si potrà leggere un Bando Reale del 30 Maggio
1763.
Con questo Bando. Ferdinando IV di Borbone, appena tredicenne, comunicava la
seguente Real Determinazione:
“Intento costantemente il Re al ben essere dei suoi sudditi,è venuto a
concedere in tutte le Provincie del Regno l’esenzione del Catasto,o della
decima relativa alla miglioria,per lo spazio di quarant’anni a tutto quel
terreno ingombrato ora di macchia,in cui si piantassero Olivi,e per lo spazio
di venti a quello,che si destinasse per semina,o altro uso;ben inteso che in
questo secondo caso restino eccettuate le colline,alle quali se si toglie la
macchia;debbonsi necessariamente sostituire alberi i quali colle loro radici
tengan ferma la terra,e l’assicurano dal pericolo di rovesciarsi sul piano.E
rispetto alli Proprietari degli indicati terreni,è venuta benanche la M.S. in
determinare che debbano godere della divisata esenzione dal giorno,in cui
siano già piantati gli olivi,e seminato il campo per la prima volta……………”
Che dire!
Il lettore avrà compreso su quali congetture si reggono le elaborazioni
storico-scientifiche di questi convegnisti as-saggiatori del territorio.
Una breve considerazione,mi è pur concessa:
Grazie all’illuminato intento di un sovrano-fanciullo,queste nostre terre
divennero abitabili e decorosamente agiate.
Nasce dall’idea di un giovanetto ben consigliato(ministro Tanucci)la
tradizione meridionale per L’Ulivo e per l’olio extra vergine,come per il
grano di queste terre, forte e vigoroso(per resistere al clima)e perciò
fondante per la produzione di pane e paste di qualità.
Grazie Ferdinando! Un Grazie sincero e riconoscente,sperando che i futuri
governanti della nostra bella terra,siano veri e sinceri evitando di
promettere cose che non sanno fare,ma promettendo solo di non derubarci della
speranza.
Montecalvo Irpino 1 Marzo 2005
Copia del documento originale "Bando Reale del 30 Maggio
1763":
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