contributo inedito di Mario Sorrentino

UN REGALO DI NATALE AGLI AMICI DI MONTECALVO
 

Più di un mese fa, ricostruii l’etimologia di un cognome abbastanza diffuso nel nostro paese, IORILLO, su invito di una gentile rappresentante di quella famiglia che si chiama Alessandra. Presoci gusto (alle volte questi praticanti di linguistica si divertono con niente) mi sono avventurato a cercarne altre, di etimologie, quelle di cognomi appartenenti a famiglie di miei amici. Avrei voluto scriverne molte di più, ma, come mi si può credere, queste ricerche, oltre a macinare vento, sono anche molto lunghe.  Le affido allo strano spazio di  Internet affinché giungano agli amici e ai loro parenti come regalo per le prossime festività natalizie.

Quasi sempre nell’etimologia di un cognome vi è in estrema sintesi la storia della famiglia;[1] e spesso in esso sono contenuti anche riferimenti molto importanti alla Storia generale del nostro popolo.

Ad esempio, i cognomi degli ebrei convertiti a forza nel Regno delle Due Sicilie, dopo il 1541, quando fu applicato anche da noi, per disposizione di Carlo Quinto, l’editto delle maestà “molto cattoliche” (Isabella e Ferdinando) di Spagna emanato nel 1492, riflettono una tappa della storia religiosa e civile che ritengo cruciale per la comprensione di alcuni sviluppi nella storia non solo del nostro Paese. Per i nuovi cognomi di questi nuovi cattolici furono adottati il nome delle città in cui i convertiti risiedevano o l’aggettivo derivante da queste.

Tuttavia, nella loro maggioranza, i cognomi italiani indicano semplicemente il nome di battesimo  (o prenome) del capostipite preceduto da di o de. Per altri cognomi, ma quest’uso è più diffuso nel Nord Italia, si è ricorso alla forma latina del nome (mettiamo: Martinus), e se ne è ricavato il genitivo (Martini> figlio di Martino), che non deve essere scambiato per un plurale[2]. I di e i de dei cognomi meridionali, nella stragrande maggioranza, sono caduti per sottinteso. Le famiglie che li hanno ancora sono di solito quelle che hanno conservato per motivi di vanto dinastici la forma più antica, magari perché così registrati per iscritto in vecchi documenti di famiglia custoditi con cura. Ma anche un  semplice cognome come IANNONE o CHIANCONE bisogna intenderli come DI IANNONE  o DI CHIANCONE (questo per ristabilire un po’ di uguaglianza sociale e civile tra le nostre famiglie) e indicava, nell’atto ufficiale di nascita o di battesimo, che si trattava del figlio o del discendente di colui che nella linea maschile di quella famiglia aveva portato per primo quel nome (nome del capostipite).

Un altro uso è la registrazione nel cognome dell’appartenenza etnica,  della condizione sociale, del mestiere o della professione del capostipite (IORILLO, PARZANESE,  SINISCALCHI, TEDESCO ecc.).

Casi un po’ delicati sono quelli dei soprannomi spregiativi, o considerati tali perché con il passare del tempo sono rimasti ad indicare una condizione sociale che i discendenti ritengono, magari per infondata idiosincrasia, non più dignitosa. Quelli che restano spregiativi in ogni caso sono stati molto probabilmente appioppati a poveri cristi non in grado di farsi valere da parte di protervi funzionari dei vari poteri che nel passato sentirono la necessità di contare i loro sudditi. Una correzione gentile forse poteva essere fatta soltanto da parroci preoccupati di difendere la dignità dei propri fedeli più svantaggiati socialmente. Non sempre però era così, visto che le raccolte più importanti di cognomi registrati per la prima volta erano quelli dei registri di battesimo.

Un caso a parte sono i cognomi nei quali veniva nascosto la nascita illegittima del capostipite. Ci si preoccupava allora  di inventare o dei cognomi di pura fantasia o cognomi di un genere facilmente ascrivibile alla condizione di figli non riconosciuti dai genitori naturali.

 

BASILE
 

Epiteto o soprannome del capostipite dal gr. basiliV “regale”. Registrato come cognome in Calabria, nel Napoletano e in  Sicilia, a partire dal XIII sec, ma probabilmente di epoca anteriore in territorio bizantino dell’Italia meridionale. Capostipite appartenente alla corte di un basileus bizantino (o anche semplicemente all’entourage della sua corte), senza escludere la sua famiglia.                

 

CACCESE

Dal franco-normanno CACHIER  “cacciare” + suff.  lat. volg. –E(N)SIS > ESE, quindi “cacciatore”.  Dal lat. med. CAPTIARE < lat. CAPTARE “catturare”. Costruito come il mod. nap. CARRESE “carrettiere”. Si tratta di un epiteto (soprannome) onorifico quasi sicuramente di un nobile normanno per il fatto che la caccia, praticata soprattutto con il falcone o lo sparviero, nei secc. XI e XII, era attività riservata ai nobili (cfr. il De arte venandi cum avibus di Federico II).    

 

CARDINALE

Cognome forse derivato dal titolo di un principe della Chiesa appartenuto alla famiglia, la  quale dopo di lui è stata così rinominata; oppure cognome di un capostipite agricoltore o massaro di terre di un cardinale, con il significato di “uomo del cardinale” nel significato feudale del termine. In dial. “QUIDDRU DI LU CARDINALË > LU CARDINALË > CARDINALË. In parallelo forse con LO CONTE. Famiglie che coltivavano terre confinanti, quelle del Cardinale di Benevento e quelle del Conte di Ariano? (Franco, scegli tu. Io mi terrei tutte e due le ipotesi).

 

CAVALLETTI

Dal lat. med. cavallettus -i “combattente a cavallo, cavaliere cadetto”, con scambio per metonimia [3] cavallo > cavaliere, e con il valore cadetto ricavabile dal diminutivo.

 

CHIANCONE

Soprannome dal mestiere, per metonimia da “grossa chianca” (got. PANKA), con il significato di “bancone di macellaio”. Quindi, capostipite macellaio, beccaio.

 

D’ADDONA

Un caso in cui mi stavo per arrendere, poi mi sono ricordato del termine dial. addunarsë “accorgersi”. Quindi potrebbe trattarsi del soprannome di un capostipite molto accorto nei suoi affari. Oppure, ipotesi più raffinata, ADDONA da adonh, variante dor. del gr. hdonh “piacere, gioia”, quindi “figlio della gioia, figlio dell’amore”? Altra ipotesi: ADDONA da lat. addonare “dare in dono”.

Un’ultima ipotesi (e mi scuso con l’amico Franco, ma porta un cognome difficile): ADDONA dall’ebr.  Adonaï, “Signore”, termine biblico usato per lodare Dio. In questo caso ADDONA  significherebbe “Lode al Signore” e indicherebbe un’appartenenza etnica e religiosa.

 

DE FURIA

Cognome coniato alla latina (in quale epoca?) partendo dal gentilizio FURIUS, per indicare la famiglia (la gens) FURIA. La de è di troppo (il pleonasmo sembra aggiunto per lustro).

  

 

 

DI STASIO

STASIO come abbr. vezz. di ANASTASIO, nome di un papa santo portato dal capostipite. Quindi DI (ANA)STASIO > DI STASIO.

 

IANNONE

Corrisponde all’altro cognome italiano Giannone, dal franc. Gros Jean “Giovannone”. Rohls lo fa derivare direttamente dal franc. med. “Jeannon”. Potrebbe risalire al tempo dei re angioini di Napoli ed essere servito ad indicare l’appartenenza etnica del capostipite.

 

LANZA

Cognome abbreviato dal tedesco lanzchenech, formalizzato nel 1521 come “soldato delle milizie mercenarie”, al servizio soprattutto di Carlo Quinto (i lanzi furono i principali responsabili del Sacco di Roma, nel 1527). La forma originale del termine era landskenecht “servo della gleba o contadino povero, in genere” (questi contadini costituivano – e non soltanto in Germania - il gruppo sociale in cui era più facile arruolare truppe mercenarie). Quindi cognome esprimente la professione delle armi di un capostipite appartenuto a quelle milizie e rimasto in Italia dopo chissà quali avventure di guerra.

 

LO CASALE

Dall’agg. lat. med. casale(m) “cascina, casale”. Cognome che per metonimia significa “agricoltore residente in un casale”. Il casale era una vasta abitazione con varie pertinenze (stalle, fienili, ecc) al centro di un’azienda agricola di epoca longobarda. I casali furono i punti di aggregazione di molte nuove comunità italiane appunto nei territori dei ducati longobardi, e anche dopo la loro caduta. Sopravvivono con questo nome numerose comunità nella toponomastica italiana: Casale Monferrato, Casale di Principe, ecc.).

 

MARRA, MARRESE

Varianti dello stesso cognome derivante da Marre, antico cognome francese, a sua volta derivante dal semitico MARRA “zappa a lama triangolare per tracciare solchi”. Quindi per metonimia “agricoltore che usa la marra”. MARRESE = MARRA + suff. E(N)SIS > ESE. Potrebbe risalire al tempo dei re angioini e avere indicato anche l’appartenenza etnica del capostipite.

 

MARRAFFINO

Dall’arabo mu’arraf  “ammaestrato, affrancato”. Soprannome in forma vezzeggiativa che potrebbe aver indicato un capostipite cristiano liberato dalla schiavitù in terra saracena.

 

PAPPANO

Dal gr. papaV  “prete” + suff. aggettivale –anus>ano. Con il significato “del prete”, “colono, mezzadro su terre appartenenti a un prete”  Da collocare però in ambito territoriale e periodo bizantini.

 

PARZANESE

Dal lat. med. colonus partionarius  + suff. E(N)sis> ESE “affittuario, mezzadro di terreni vergini, spesso di monasteri o della Chiesa. Corrisponde al dial. Parzunalë

 

SENÀPE

Dal gr. sinape> lat. sinàpe -is “sénape”. Soprannome molto antico, come attesta la conservazione dell’accento tonico sulla seconda sillaba, e legato al commercio di foraggi. Forse d’epoca bizantina. La sénape bianca era usata come foraggio nei paesi di tutta l’area mediterranea.

 

 

SINISCALCHI

 Dal latino med. siniscalcus –c(h)i, a sua volta dall’ant. franc. siniscalk “servente anziano”. Con il significato, non più originale, di “funzionario militare o amministrativo alle corti carolingie” e, prima ancora, “sovrintendente alla mensa del re” in epoca merovingia. Titolo rispecchiante la funzione del capostipite, probabilmente risalente all’epoca dell’influenza franca sull’Italia, dopo la caduta dei longobardi (VIII sec.)

 

TEDESCO

Cognome indicante l’etnia del capostipite. Da correlare forse a LANZA per quanto riguarda il periodo e la professione delle armi.

 

ZARRILLO

Dal nap. zarro “pietra d’inciampo” in forma diminutiva? Oppure da un termine originariamente arabo giunto nel nostro Sud  tramite lo sp. jarra   “brocca”? Soprannome che per metonimia indica il mestiere di oste del capostipite? Il periodo di riferimento, in questo secondo caso, potrebbe essere il Vice Regno spagnolo di Napoli (inizi del XVI e prima metà del XVIII sec.). (Ma per la vera storia di famiglia occorre procedere come suggerito alla nota 1). La possibile prova di correlazione formale potrebbe essere fornita dalle pignatte dei duchi Pignatelli. Nap. Pignatielli, da un soprannome medievale indicante il mestiere del capostipite (pignatta al posto di fabbricante o venditore di pignatte). Famiglia diventata nobile nel XI sec. a Napoli e poi illustratasi  – non anche nel ramo montecalvese – con un papa, Innocenzo XII (Antonio Pignatelli 1691-1700) e Francesco Pignatelli, patriota della Repubblica Napoletana del ’99 e storico (1775-1853). 

 

OSSERVAZIONE  CONCLUSIVA. Questo breve studio, sia pure su una base non esaustiva dei cognomi presenti in paese (mancano i cognomi di Corsano, ad esempio) e svolto con estrema leggerezza,  mi pare metta però in luce il concorso di un coacervo di etnie nella formazione della nostra comunità isolata tra i monti. Isola di salvamento per vari tipi di naufraghi o meta sognata da gente in cerca della terra promessa? Mi piacerebbe sentire in proposito il parere dei nostri emigrati.

 

Buon Natale & Felice Anno Nuovo

 

Bologna, 18 novembre 2003


 

[1] Storia che viene evidentemente precisata meglio nel suo andamento reale dalla ricostruzione genealogica su base documentaria. 

[2] Alcuni studiosi però propendono per la tesi che i cognomi in /i/ siano da considerare in ogni modo dei plurali. Probabilmente ciò è dovuto alla scomparsa della marca del genitivo in italiano, e dall’ampliamento logico del senso come, ad esempio, I Martini =“quelli della famiglia Martino”( ma v. BIANCHI, Archivio Glottologico Italiano, 9, 365 segg.  E. POPPE, Sudi di Filologia Italiana, 23, 251-98.

[3] Metonimia: figura retorica consistente nell’uso del nome di una cosa o persona  al posto di un’altra che abbia relazione con la prima. Es. “La Corona” invece che “il Re”. 

 

 

 


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