Da Angelo Siciliano alla redazione di IRPINO.it |
Zell, 27 dicembre 2002Caro Alfonso, mi
complimento con te, per l’apertura del sito Internet www.irpino.it.
Complimenti che ti prego di estendere pure a tutti gli altri operatori, che
compartecipano all’iniziativa, che mi pare di non conoscere. È un’ottima cosa la vostra operazione. Oltre a
smuovere le acque, essa inserisce Montecalvo nell’attualità e pone le premesse
per l’avvio di un discorso serio di recupero e valorizzazione di ciò che
attiene al nostro passato, anche remoto. Sicuramente avrai capito che, per avviare e portare
avanti un progetto culturale, bisogna crederci con passione. Per superare le
difficoltà, che inevitabilmente insorgono lungo il percorso, ci vuole
abnegazione. Chi ti scrive è allenato da una vita a superare ostacoli d’ogni
genere. A patto però, che l’obiettivo da raggiungere lo meriti. In quest’epoca mediatica conta molto la visibilità e
bastano qualche immagine e pochi testi, seppure scritti in modo sintetico, per
accendere la fantasia e l’interesse del “navigatore”. Il vantaggio è che, a
costi abbastanza irrisori, si può raggiungere un’utenza indefinita e ampia,
purché minimamente attrezzata e interessata. Il sito lo trovo costruito bene. Ti ringrazio per lo
spazio che hai voluto destinarmi e ti assicuro che, dopo tanti anni di
chiacchiere, è la prima reale gratificazione che, grazie a te, mi giunge dal
paese. Spero tanto che questo sia solo l’inizio di una collaborazione proficua
e duratura. Me lo auguro non per me personalmente, ma per il nostro paese, per
il suo passato, per quanto gli antenati ci hanno tramandato, che ti assicuro,
Alfonso, è un patrimonio eccezionale. E visto che ce l’ho, sarebbe davvero un
peccato se fosse destinato a rimanere in un cassetto. Non ti nascondo che talvolta accarezzo l’illusione
che il nostro potrebbe essere il paese, se non l’unico, certamente uno dei
pochi, ad avere il patrimonio della propria cultura orale, sistematizzato e
pubblicato. Ma per pubblicare il tutto, sette od otto sono i libri che prevedo.
A parte il tempo che io personalmente dovrò dedicare all’operazione, è
fondamentale che vi sia un concorso di sinergie, pubbliche e private. Il
problema, semplice o complesso che sia, è tutto qui. Ritornando al sito, ho letto della fiera di Santa
Caterina. Probabilmente essa fu istituita nel medioevo, e mi sono ricordato
che, fra i tanti aneddoti e mini cunti sui santi, da me raccolti, tutti
rigorosamente ancora manoscritti, uno riguarda proprio Santa Caterina
d’Alessandria. I contadini la chiamavano Santa
Catarina la pisciacchjàra, perché il giorno della fiera pioveva quasi
sempre. Angelo Siciliano |
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